domenica 21 luglio 2013

Un arcobaleno di allegria!



 Se il 'somewhere over the rainbow' rimpiazzato dal 'vieni con me' nella pubblicità della Tim vi sta iniziando a mancare, vi consiglio una giornata al parco di divertimento Rainbow Magicland.


Nonostante in tutti i manifesti ci sia scritto che è il parco di divertimento di Roma, il Rainbow è situato a Valmontone, che dista tre quarti d'ora di treno buoni dalla città. Domenica scorsa, un po' per festeggiare il compleanno di Flavia (la concertara, sì, sempre lei), un po' perché era da davvero tanto tempo che ci volevamo andare, le mie amiche, il mio unico compagno di classe con ragazza al seguito ed io ci siamo avviati al luna park. Sentendomi un po' un pesce fuor d'acqua, vantando nel mio curriculum di parchi di divertimento solo quello dell' EUR chiuso ormai da circa sei anni, in mezzo a gente per cui stare a testa in giù dalle montagne russe è un po' come farsi la doccia o prepararsi un panino, sebbene sia salita su appena quattro giostre, mi sono divertita un sacco! Partiti dalle rapide, dopo lo Yucatan (l'unico in quel misero elenco che mi ha dato fastidio allo stomaco, tanto che pensavo si vomitare il fegato e il pancreas da un momento all'altro durante la discesa), ci siamo fermati a pranzo davanti all'imponente giostra, l'unica di cui mi fidavo ciecamente e che si è rivelata traditrice. Abbiamo proseguito per il Cagliostro. L'ansia era alle stelle, dato che, trovandosi all'interno di un edificio, non sapevo cosa mi aspettava. Colpita a tradimento dalla festeggiata, pur non fidandomi del suo 'non è niente, è tipo un bruco ma al buio', ci sono salita e, come aveva previsto nel suo piano la sciagurata, mi sono ritrovata di spalle. 
Poco male, perché è stata la giostra in cui mi sono divertita di più e ancora non saprei dire se questa scarica di adrenalina e pura soddisfazione mi sia arrivata dal cagliostro in sè o dalla premura con cui ho scelto gli insulti da urlare a Flavia, che si trovava esattamente dietro di me, durante la traversata della giostra. Infine, per quanto mi riguarda, ci siamo trovati a combattere nella battaglia navale, in cui ci siamo bagnati dalla testa ai piedi. Aspettandomi un epilogo del genere, tutti questi giochi in acqua li ho fatti in pantaloncini e costume. Così, finito il mio ultimo gioco, dopo una breve sosta in bagno, sono rimasta ad asciugarmi al sole, su una panchina, mentre le più temerarie si sono affidate allo shock (l'unico superstite di sesso maschile del gruppo è stato costretto a restare a terra perchè si è presentato con le infradito ed vietato salire anche a piedi nudi.) Infine, mentre un'altra ragazza ed io ci stavamo godendo una granita che, a giudicare dal prezzo, doveva essere composta da ghiaccio e diamanti grattugiati, gli altri si sono accomodati anche sull'olandese volante, in cui il gruppetto dei più coraggiosi ha preso in giro allegramente la più fifona, con video telefonico che, per continuare e avvalorare la loro funzione di sfottò, è stato anche pubblicato su Facebook.

 È proprio vero che ognuno deve conoscere i propri limiti. Io, ad esempio, che in quella giornata ho avuto modo di mostrare ai miei amici la parte più infantile e più fifona di me stessa, nonché ridicola, so che oltre il castello delle Winx che non abbiamo visitato (la mia infanzia ne è rimasta profondamente offesa) c'è poco e nulla che possa vedermi arrivare con una faccia normale fino alla fine. Pioggia torrenziale che ci ha colpito sulla via del ritorno e un dito del piede rotto del ragazzo del gruppo a parte, è stata davvero un'ottima giornata.



Beatrice 

luglio 21, 2013 / by / 0 Comments

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