Conosciuto per le sue opere pittoriche, prima fra tutti
Guernica, non tutti conoscono gli aspetti della vita privata di Pablo Picasso.
Fino al 19 Febbraio, all'Ara Pacis, è possibile entrare nel
mondo del genio novecentesco, fra amori, passioni e interessi, per scoprire,
attraverso l'obbiettivo di numerose macchine fotografiche, cosa si nascondesse
nella sua vita dietro ai pennelli, in un percorso che vede esposti, oltre alle fotografie, anche sculture, disegni e bozze.
Nato nel 1881, a diciannove anni prepara la prima
esposizione a Parigi, città in cui si stabilizzerà quattro anni dopo.
Inizia a posare, con
una certa frequenza a partire dal primo dopoguerra, per famose riviste e per fotografi
come Robert Capa, Bill Brandt, David Douglas Duncan, Roberto Otero e Brassaï che dedicherà maggior spazio allo studio dell'artista e alle sue opere scultoree. Picasso stesso si improvviserà fotografo di paesaggi spagnoli e di scene con i suoi amici nell'atelier parigino.
In vacanza al mare, nello studio, nell'atelier: il pittore scatta in ogni luogo e in ogni luogo diviene soggetto di altre fotografie.
In ognuna, però, si contraddistingue per la sua esuberanza: dalle foto a torso nudo a quelle in cui mostra il suo interesse per la tauromachia.
Lungo il percorso visivo della mostra, infatti, il toro risulta essere un simbolo ricorrente come si può notare anche dai numerosi scatti in cui l'artista ne tiene fra le mani, quasi giocandoci, un cranio.
Più volte, inoltre, viene raffigurato attraverso uno specchio quasi come volesse sottolineare l'irrealtà e l'illusione delle sue opere e della sua stessa persona, allontanarsi e porre un confine netto fra il genio Picasso e tutti gli altri uomini.
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