Entrambi
possiedono doti essenziali: hanno bisogno l’uno dell’altra.
C‘è da dire che
alcune persone nascono concave ma con parti convesse o viceversa o senza
nessuna di queste parti in una gamma di splendidi colori e… ma sta
diventando complicato. Diciamo solo che convessi equivale a “quelli che hanno
il potere”, okay? Perché, come disse Maslow, dopo l’aria, il cibo e l’acqua la
sicurezza è determinante, perciò la forza bruta si è rivelata essenziale per la
sopravvivenza umana e per anni e anni abbiamo celebrato i convessi: lunga vita
ai convessi! Finché qualcuno non inventò le macchine. Le macchine facevano
molte delle cose che prima facevano i convessi, compreso uccidere le persone.
Così di punto in bianco il potere del pene non venne più considerato essenziale
e incontestabile. La novità non sfuggì alle concave che, a dirla tutta, si
erano un po’ stancate di quel gran socializzare. Le concave ora pretendono di
più: urlano di volere l’uguaglianza e denunciano tutte le bastardate compiute
dai convessi nel corso degli anni. Così succede che alcuni dei convessi
peggiori vengano condannati a riflettere sule malefatte compiute confinandoli
in cima al loro iceberg personale dotato di tv via cavo e chef a cinque stelle.
Che rivincita vero? Pensate che questa punizione produrrà dei cambiamenti
duraturi? Ciò che cambia le cose è il potere: dipende da chi lo detenei e da
come lo si usa.
***
Tutto ebbe inizio
con Adamo ed Eva. Vennero cacciati dal Paradiso e lei se ne prese la colpa: fu
costretta a farlo.
La sicurezza era
moneta sonante e i convessi ne avevano il monopolio, le concave ingoiarono il
rospo e stettero al gioco finché alla fine non ce la fecero più: ne avevano
abbastanza di quel mondo e lo distrussero.
Questo il discorso affrontato all’inizio e al termine
dell’ottavo episodio di Dietland,
una delle serie tv più piacevolmente contorte mai viste. Se tale affermazione
può sembrare un ossimoro, guardando emergerà l’essere introspettiva e profonda
senza risultare pesante.
Fin dall’inizio la sigla scorre sui disegni di un cartone
animato in cui una figura femminile di donna in carne, creata sulle fattezze
dell’attrice, inizia la scalata su una montagna di cibo, ma più si avvicina
alla cima più perde peso, dimagrisce, deperisce e gradualmente si ingrigisce
fino ad arrivare all’immagine di un personaggio malato, con volto scalato e
pelle calante.
Un’immagine del genere fa pensare che tutta la serie TV
verta su temi quali il binomio magrezza/grassezza o su problemi alimentari di
vario tipo. La protagonista è Alicia Kettle conosciuta da tutti come Prugna
perché esteriormente tonda e succulenta, grassa, come
una prugna.
“Vi sto
raccontando queste cose dal futuro, se ancora non lo avete capito. Sono sempre
grassa: non è una di quelle storie a lieto fine. Il mio aspetto non è cambiato”
Lavora per una rivista femminile che ha come scopo quello
di motivare fantastici giovani donne a diventare fantastiche giovani
mogli. Il suo ruolo nella rivista è quello di rispondere alla posta
del cuore indirizzata a Kitty Montgomery, volto della rivista e
personificazione della donna perfetta con il suo fisico snello e la sua folta
chioma rossa. Patologicamente obesa, Prugna segue una terapia di gruppo come
supporto alla dieta in vista di un intervento che potrebbe cambiarle
radicalmente l’aspetto e di conseguenza, la vita. È convinta che grazie a
questo intervento le sue abitudini possano radicalmente cambiare facendola
uscire da quella “scatola” in cui si sente intrappolata ora. Se di giorno è
attenta al suo schema nutrizionale sgarrando per qualche biscotto, di notte è
vittima di incubi in cui viene sovrastata da montagne di cibo che è invitata ad
assaggiare da una voce provocante. Anche il suo lavoro inizia a piacerle sempre
meno: ammette di non voler scrivere consigli vaghi per conto di qualcuno che
non è lei a ragazze tristi che non conosce, ma essere una vera giornalista.
- Quanto tempo hai speso nel tentativo di migliorare il tuo aspetto
esteriore?
- Non l’ho mai calcolato
- Le donne in media impiegano quasi un’ora al giorno per prepararsi, un
anno nell’arco della vita, senza calcolare le diete e il disprezzo di sé
- Lo so ma è così che stanno le cose
- Chi l’ha detto? La Houstin? Houstin Media è parte di una complessa
industria che produce insoddisfazione , una macchina dai profitti enormi. Loro
ci spingono a pagare per dirci quanto siamo sbagliate e noi comprimo prodotti
per migliorarci ma è tutto inutile perché c’è sempre qualcosa che non piace
all’occhio del grande fratello che ci osserva e io dico ne ho abbastanza è ora
di cambiare gioco.
Così scorre la vita di Prugna, fatta di rabbia repressa e
desideri irrealizzabili, fino a quando non si accorge di essere seguita da una
sconosciuta che sembra sapere davvero molto di lei e che la introdurrà in un
gruppo di recupero nominato Calliope per donne che hanno subito ingiustizie,
vittime di malattie o violenze verbali, fisiche, sessuali.
Nel frattempo, però, l’intera società è scossa da una serie
di omicidi firmati Jennifer, un gruppo di guerrigliere femministe
che organizza attentati punitivi contro figure maschili accusati di aver
commesso violenze sulle donne o su personaggi femminili incolpati di aver
svilito l’immagine femminile, come la pornodiva Stella Cross.
A causa della svolta che Prugna prova a dare alla sua vita
dopo l’esperienza in Calliope che la porta ad aprire un blog in cui esprime le
sue idee radicali sulla situazione femminile e il disagio verso il proprio
corpo che la maggior parte delle donne ha, verrà accusata di essere una delle
criminale di cui è composta Jennifer.
Ho imparato a
vivere contando solo su me stessa. Il mio corpo era quella cosa che usavo solo
per muovere la testa. Mi sono persa molto.
Al centro del complotto troviamo una Prugna rigenerata a
causa di un cambiamento interiore. Nel corso della serie subisce angherie
verbali per la sua condizione fisica davanti alla quale si sente piccola e
impotente, è vittima di uno stupro, nessuno ha ancora posto fine alle sue
mancanze di affetto, eppure la personalità che emerge è quella di una donna
forte e sicura di sé.
Credo sia stata
Margaret Atwood a dire che la più grande paura delle donne è essere uccise
dagli uomini, mentre quella degli uomini è essere derisi. Io le avevo entrambe.
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